Il termine biofilia è stato coniato per la prima volta dallo psicologo sociale Erich Fromm e reso popolare dal biologo Edward O. Wilson. Secondo la definizione data da Wilson nel suo libro Biofilia, la biofilia è «la tendenza innata a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente».
Nella storia della sua evoluzione, l’umanità ha sviluppato modalità di adattamento diverse, sia determinate geneticamente, sia derivate dal rapporto con il mondo naturale, che ancora oggi regolano il nostro rapporto con l’ambiente naturale: da queste regole nascono le nostre emozioni, che possono riflettere sia la biofilia intesa come piacere provocato da alcune manifestazioni del mondo naturale, sia la biofobia come avversione ad altre manifestazioni.
Nel corso di questa lunga evoluzione abbiamo imparato a distinguere e a scegliere le piante e gli animali che ci hanno permesso di sopravvivere, ad adattarci ad ambienti diversi e a decidere quali di questi ambienti sono più adatti alla vita umana perché ci forniscono risorse e una protezione adeguata.
La biofilia è quindi parte integrante della nostra storia evolutiva, si manifesta nelle nostre capacità di connetterci con la natura e, in particolare:
- di concentrarci sugli stimoli naturali senza sforzo
- di essere affascinati dalla natura
- di impegnarci emotivamente con varie forme di vita e di essere influenzati dalla loro condizione (empatia asimmetrica).
L’inurbamento e gli effetti del distacco dalla natura
Negli ultimi 250 anni (meno dello 0,2% della storia evolutiva dell’umanità), dopo la rivoluzione industriale, la vita si è concentrata nelle città e ha determinato un distacco progressivo dal mondo naturale: pochi spazi verdi, illuminazione artificiale e stimoli naturali scarsi o assenti. Il giornalista Richard Louv, studioso delle relazioni tra uomo e ambiente naturale, ha descritto questi effetti negativi, in particolare sulla popolazione infantile, un “deficit di natura”.
Diversi studi indicano che la nostra salute e il nostro equilibrio psicofisico dipendono da quanto riusciamo a restare vicini e connessi agli elementi naturali: questo significa che più ce ne allontaniamo e li escludiamo dalla nostra esperienza quotidiana, più avvertiamo le conseguenze di questa mancanza, come per esempio il calo della capacità di attenzione e concentrazione, stress, stanchezza, depressione, aumento delle allergie.
La biofilia e la conseguente capacità di connettersi con la natura migliora la capacità cognitiva, il benessere emotivo e attenua gli effetti dello stress. Ciò è dovuto al fatto che gli esseri umani sono geneticamente programmati per funzionare in modo efficace negli ambienti naturali, e vedremo ora come sostenere questa tendenza innata dell’uomo all’interno dell’ambiente costruito per migliorare la qualità della vita.
Dalla biofilia alla progettazione biofilica sostenibile e rigenerante
La Progettazione Biofilica quindi è un approccio innovativo che sottolinea la necessità di mantenere, migliorare e ripristinare l’esperienza benefica della natura nell’ambiente costruito creando ambienti ispirati alla natura, che stimolino la biofilia e possano diventare rigenerativi per l’uomo.
La traduzione della biofilia come metodo di progettazione dell’ambiente costruito è stato l’argomento di una conferenza del 2004 di Stephen Kellert e del suo libro Biophilic Design sul design biofilo, pubblicato nel 2008. Kellert e gli altri autori hanno raccolto le esperienze di biologi, psicologi e architetti uniti dal comune interesse per gli ambienti artificiali che rispettano la biofilia umana.
Kellert definisce il design biofilo come “il tentativo intenzionale di tradurre la propensione degli esseri umani ad affiliarsi ai sistemi e processi naturali – nota come biofilia – nella progettazione dell’ambiente costruito”.
La premessa di base della Progettazione Biofilica è che l’esperienza di sistemi e processi naturali all’interno degli edifici è un aspetto fondamentale per il benessere dei loro abitanti. Come afferma anche Kellert, l’affiliazione emotiva dell’essere umano alla natura dipende dalla sua storia evolutiva, avvenuta per la maggior parte in un ambiente naturale e non artificiale: le nostre capacità emotive, di pensiero critico, di problem solving continuano a riflettere le competenze e le attitudini apprese in stretta connessione con i sistemi naturali.
Secondo Kellert, un nuovo metodo di progettazione dovrebbe integrare e completare le ricerche e le applicazioni del green design e definisce questo approccio “progettazione sostenibile e rigenerante”. Si tratta di un approccio che guarda sia a strategie di basso impatto ambientale, che minimizzano e mitigano gli impatti negativi degli edifici sull’ambiente naturale, sia a strategie che favoriscono un contatto benefico tra le persone e la natura all’interno degli edifici moderni.
Il Design Biofilico è visto da Kellert come l’anello mancante nelle varie declinazioni della progettazione sostenibile a basso impatto ambientale. I principali obiettivi della progettazione a basso impatto ambientale sono stati oggetto di numerosi studi e applicazioni: obiettivi quali l’efficienza energetica, l’utilizzo di materiali sostenibili, l’abbattimento dell’inquinamento e della qualità ambientale interna sono entrati in modo significativo in diversi approcci progettuali. Tuttavia, tra questi obiettivi manca una comprensione più dettagliata di come creare ambienti rigenerativi che favoriscano il benessere degli abitanti, la percezione, l’attenzione, l’umore positivo, e di quali strumenti usare per ottenere questo risultato.
In questo nuovo approccio, la progettazione sostenibile e la progettazione biofilica lavorano in modo complementare per raggiungere una sostenibilità vera e duratura. L’idea è semplice: riportare nell’ambiente costruito – esterno o interno, pubblico o privato che sia – degli elementi che possano nutrire l’innata connessione tra esseri umani e Natura.
Design biofilico, benessere e riduzione dello stress
Numerosi studi hanno dimostrato come l’esposizione a elementi naturali sia correlata positivamente con alti livelli di benessere psicofisico e risulti funzionale come strategia contro lo stress: l’ambiente naturale è dotato di una capacità rigenerante che permette all’individuo di ridurre lo stress e ripristinare il suo equilibrio psicologico.
Partendo da questi presupposti, la Progettazione Biofilica si pone l’obiettivo di costruire ambienti in grado di stimolare la Biofilia innata negli esseri umani, ambienti capaci di sostenere e migliorare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo.
Lo stress deriva da uno squilibrio del sistema nervoso vegetativo che è costituito da due parti con funzioni diverse ma che lavorano in stretta sinergia: il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico. In tutti i mammiferi, il sistema nervoso simpatico si attiva in seguito a una minaccia che porta l’animale a reagire nella modalità “combatti o fuggi”, fondamentale per ottenere una risposta rapida a un pericolo immediato.
Di solito, questo meccanismo genera un aumento della produzione di cortisolo, conosciuto anche come ormone dello stress, e genera uno stato di ansia che dovrebbe avere un inizio e una fine. Infatti, quando la minaccia è passata, si attiva il sistema nervoso parasimpatico che permette al mammifero di tornare alla situazione di equilibrio precedente e diminuire lo stato di ansia, fino a farlo scomparire.
Negli ambienti urbanizzati, dove spesso la situazione percepita è di costante minaccia, non necessariamente una minaccia fisica ma una continua richiesta da parte dell’ambiente di determinati comportamenti, il sistema nervoso simpatico è sempre attivato e le persone possono vivere una situazione di stress continuo.
Avere la possibilità di passare del tempo in un luogo dove è possibile disattivare il sistema nervoso simpatico e attivare quello parasimpatico permette di recuperare abbastanza velocemente, diminuire lo stress e tornare a una situazione di equilibrio. La progettazione biofilica è lo strumento per creare ambienti artificiali che permettono il recupero rigenerativo dallo stress: vivere in un’abitazione progettata secondo i principi del design biofilico significa vivere in un ambiente rigenerativo, uno spazio in cui è possibile ricaricarsi e ridurre lo stress.
Un esempio virtuoso dell’applicazione dei principi della Progettazione Biofilica è il Progetto Biosphera Equilibrium di Aktivhaus: un modulo abitativo autonomo dal punto di vista energetico, capace di produrre fino a quattro volte l’energia consumata e progettato per dare il massimo benessere fisico e mentale ai suoi abitanti, nell’ottica rigenerativa della progettazione biofilica.
Progettare con il design biofilico
Diversi autori hanno cercato di identificare le caratteristiche che un ambiente biofilico dovrebbe avere e di sistematizzarle in modelli utilizzabili dai progettisti che intendono applicare i principi della Progettazione Biofilica.
Nel testo fondamentale di Kellert sulla Progettazione Biofilica (Biophilic Design – 2008) l’autore ha identificato sei elementi caratteristici del Design Biofilico e settanta attributi progettuali di questi sei elementi, per aiutare i progettisti a integrare l’affinità umana con la natura in un ambiente costruito:
- Caratteristiche ambientali – Gli attributi sono la presenza di elementi naturali come acqua, vegetazione, piante e materiali naturali negli ambienti e, quando possibile, le viste su uno scenario naturale
- Forme naturali – Non si tratta solo di replicare le forme naturali negli oggetti ma di portare negli ambienti costruiti le proprietà biomorfe di alcune forme naturali come conchiglie e cristalli secondo una tendenza definita “biomimetica” (il riferimento è il libro di Janine Benyus del 1997 Biomimicry: Innovation Inspired by Nature)
- Modelli e processi naturali – Come nelle caratteristiche ambientali, l’indicazione è di incorporare elementi naturali nell’ambiente costruito: in questo caso l’attenzione è posta sullo spazio e parte dall’assunto che i sistemi naturali si sviluppano in genere attorno a un punto centrale o central focal point
- Luce e Spazio – Gli attributi di questo elemento definiscono l’importanza fondamentale delle qualità della luce naturale nella progettazione degli ambienti e le caratteristiche spaziali importanti ai fini di sviluppo di un ambiente biofilico come l’armonia spaziale, la variabilità dello spazio e gli spazi di transizione tra interno ed esterno
- Connessione con il luogo – Gli attributi si riferiscono in particolare a come un edificio si debba integrare in modo armonico con il luogo in cui sorge
- Relazione uomo – natura – Gli attributi fanno riferimento a una relazione tra uomo e natura basata soprattutto sulla percezione umana. In questo elemento, Kellert inserisce termini quali mistero, curiosità, sicurezza, esplorazione, attrazione, spiritualità: si può supporre che l’indicazione sia quella di favorire queste sensazioni che la natura produce sull’uomo anche all’interno degli ambienti costruiti, per quanto possibile.
Un approccio analogo, più pragmatico e che semplifica la sistematizzazione di Kellert, arriva dalla società di consulenza Terrapin Bright Green (TBG), fondata da Bill Browning e dallo studio COOKFOX Architects,che ha prodotto delle linee guida di supporto alla progettazione biofilica identificando quattordici caratteristiche (pattern) basate su ricerche scientifiche e ritenute necessarie per realizzare ambienti biofilici basandosi su ricerche scientifiche. Queste caratteristiche sono suddivise in tre categorie :
- La Natura nello Spazio: rientrano in questa categoria le caratteristiche percettive di un ambiente quali le viste su elementi naturali e la qualità della luce naturale, così come le caratteristiche che portano negli spazi interni elementi naturali quali l’acqua o le piante
- Analogie della Natura: portare negli ambienti evocazioni indirette della natura quali materiali naturali, colori, oggetti, forme e immagini
- La Natura dello Spazio: sono le caratteristiche dello spazio che influenzano la percezione umana e possono influire sul sistema nervoso autonomo quali “la prospettiva”, ovvero una vista senza ostacoli, “il rifugio” inteso come luogo per ritirarsi dalle principali attività e staccare la spina, e il “mistero”, cioè angoli dello spazio abitato che possono stimolare la curiosità.
Una sintesi ulteriore dei principi della progettazione biofilica è stata elaborata dal Professor Giuseppe Barbiero dell’Università della Valle d’Aosta, che studia da diversi anni la biofilia e la progettazione biofilia e ideatore del Biophilic Quality Index. Le caratteristiche da implementare in una progettazione biofilica sono:
- la presenza di luce naturale
- la sensazione di rifugio
- un leggero flusso di aria fresca
- una visuale ampia
- la presenza di vegetazione
- spazi che stimolano la curiosità
- uso di materiali naturali.
Il nostro approccio alla Progettazione Biofilica
Il nostro approccio progettuale utilizza i principi della Progettazione Biofilica e vuole essere una sintesi architettonica degli elementi e delle caratteristiche descritte nel paragrafo precedente e all’interno del Metodo Abitare Naturale.
Riteniamo che occorra valutare caso per caso quali elementi della progettazione biofilica possano entrare nel progetto dello spazio costruito e in quale misura.
Nel Metodo Abitare Naturale abbiamo identificato tre categorie di Progettazione Biofilica all’interno delle quali sono inserite le diverse caratteristiche:
1. Materia
In questa categoria rientrano le caratteristiche materiali degli ambienti e la presenza di oggetti o vegetazione che permettono di portare la natura negli spazi interni:
- uso di materiali e arredi ecologici e naturali
- progettazione della vegetazione negli ambienti (piante, muri “verdi”, ecc.)
- biofilia indiretta con l’uso di foto, carte da parati e illustrazioni della natura. È stato dimostrato che l’utilizzo di immagini ha una funzione importante nella riduzione dello stress, in particolare se hanno come tema “la prospettiva” o il “rifugio”
- attenzione alla qualità dell’aria negli ambienti confinati da migliorare con l’utilizzo di sistemi di purificazione.
2. Spazio
In questa categoria rientrano le caratteristiche dello spazio che hanno influenza sul sistema nervoso autonomo e sul recupero dello stress:
- lo spazio come rifugio, cioè progettare uno spazio all’interno della casa in cui sia facile sospendere le attività quotidiane. Una stanza o un angolo per la meditazione può diventare il rifugio in cui ricaricarsi, il luogo di rigenerazione quotidiano. Tale concetto può essere associato ad un altro importante aspetto dello spazio nel Design Biofilico ovvero uno spazio come centro energetico individuale o cuore centrale della Casa che definiamo come spazio Mindful (spazio di consapevolezza)
- lo spazio come prospettiva: è la possibilità di favorire la visione verso l’esterno attraverso le aperture, possibilmente su elementi naturali. In questo senso riteniamo importanti anche tutti gli spazi di transizione tra esterno e interno quali balconi, portici e terrazze, ai quali occorre prestare una particolare attenzione nella Progettazione Biofilica orientata al benessere.
3. Percezione
In questa categoria sono riportate le caratteristiche che esercitano un’influenza sulla percezione umana e sui sensi:
- uso di colori tenui negli interni per favorire il riposo e la concentrazione, e di tonalità cromatiche ispirate ai colori della natura.
- la progettazione della luce naturale e di come questa entra negli ambienti durante il giorno. Nella progettazione di una nuova Casa Bio, questo aspetto è fondamentale: con un software di simulazione è possibile verificare in fase preliminare il modo in cui la luce naturale entra per creare effetti dinamici, non solo luce laterale ma anche zenitale o per illuminare alcune zone della casa. La luce naturale e la sua trasformazione nelle diverse ore del giorno agisce a livello fisiologico e psicologico sul benessere attraverso la regolazione dei ritmi circadiani (ciclo veglia-sonno), la produzione di vitamina D, l’aumento delle difese immunitarie, il miglioramento dell’umore e un minore affaticamento visivo.
- oltre alla vista (colori e luce), un ambiente Biofilico dovrebbe coinvolgere altri sensi il cui utilizzo consapevole è importante per la salute fisica e il benessere. I sensi possono essere la porta di accesso per vivere pienamente il momento presente e ridurre lo stress quotidiano, quindi altre caratteristiche da prendere in considerazione riguardano gli aspetti tattili dei materiali utilizzati, i profumi di fiori e piante, la creazione di ambienti sonori con musica o suoni della natura.